Una ricerca per individuare gli indicatori capaci di valutare il cambiamento verso scelte e comportamenti più sostenibili
Realizzato da NeXt Economia, con il contributo di Fondazione Unipolis, il Primo Rapporto sulla Nuova Economia in Italia ha voluto indagare l'attuale livello di consapevolezza e mobilitazione degli italiani verso scelte e pratiche di produzione, consumo e risparmio responsabile.
Secondo la ricerca realizzare la Nuova Economia, ovvero quel cambiamento verso l'equità e la sostenibilità nel sistema economico e sociale, è estremamente importante, ma è un processo di natura collettiva che riunisce un elevato numero di variabili. Lo studio ha cercato di ricondurle a sei fattori determinanti, per capire che ruolo giocano sulla vita delle persone e come, di conseguenza, andare ad incidere per modificarne i comportamenti: i) Conoscenza degli strumenti della nuova economia; ii) Credibilità delle aziende (percepita dagli intervistati); iii) Disponibilità a pagare (per prodotti sostenibili); iv) Informazione; v) Consapevolezza personale dell'urgenza del cambio di paradigma; vi) Consapevolezza personale dell'impatto delle scelte economiche sulla sostenibilità.
Il livello di Nuova Economia in Italia è sotto la sufficienza
Le statistiche descrittive dell'indicatore composito di Nuova Economia restituiscono un quadro in cui la media del campione si ferma a un livello pari a 0,472 (su 1), dimostrando un livello generale inferiore alla sufficienza.
Analizzando i sotto-campioni emerge che il risultato migliore è quello costituito da chi ha un livello più elevato di partecipazione (0,521): avere una vita attiva e partecipe a quella della comunità ci rende più sensibili e attenti rispetto anche alle scelte individuali di consumo evidenziando che il capitale umano, sociale e relazionale contribuisce positivamente.
Essere parte della Nuova Economia rende più felici
I dati mostrano una chiara relazione tra livelli più elevati di Nuova Economia e il benessere percepito, evidenziando un incremento significativo della soddisfazione di vita (7,61 contro 6,92) per chi appartiene al gruppo con valori superiori alla media. Analogamente, si osservano differenze rilevanti in altri ambiti: le relazioni familiari, amicali e lavorative risultano percepite come più soddisfacenti nei gruppi con alti livelli di Nuova Economia, suggerendo che l'inclusione economica e sociale favorisce una maggiore armonia personale e relazionale.
Un aspetto interessante emerge anche dalla fiducia negli altri (6,41 vs 5,28) e dalla felicità derivante dal miglioramento delle condizioni altrui (9,29 vs 8,82), che indicano un maggiore orientamento altruistico e una visione più positiva del tessuto sociale. Complessivamente, questi dati suggeriscono che un'elevata partecipazione alla Nuova Economia non solo favorisce il benessere individuale ma alimenta un senso di comunità e fiducia interpersonale.
Informazione, condivisione, partecipazione le leve su cui intervenire
La sfida principale è rafforzare e rendere più efficaci i fattori abilitanti che favoriscono la crescita della Nuova Economia. Questi includono norme sociali condivise e integrate, infrastrutture fisiche efficienti, ecosistemi digitali avanzati e reti relazionali solide, capaci di connettere persone e organizzazioni in modo sinergico.
L'obiettivo è promuovere lo sviluppo e l'allenamento di competenze generative e cooperative, indispensabili per affrontare le complesse dinamiche economiche e sociali di oggi. Per farlo, è necessario offrire esperienze di formazione accessibili a tutti, diffuse sul territorio e fruibili attraverso diversi canali. Questi percorsi devono unire teoria e pratica, fornendo strumenti concreti per la Nuova Economia. Creando una cultura condivisa, possiamo favorire un cambiamento verso modelli economici più responsabili e inclusivi.
Unipolis ha contribuito all'iniziativa, sostenendo la ricerca e supportandone le attività, in particolare prendendo parte al Comitato Scientifico di progetto, nella persona di Marisa Parmigiani, Direttrice della Fondazione.
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Le fasi della ricerca
La prima fase ha voluto comprendere gli elementi culturali in grado di favorire il cambiamento verso atteggiamenti e stili di vita sostenibili, attraverso interviste rivolte soprattutto a giovani e universitari in quanto attori principali dei processi di trasformazione.
La seconda fase ha approfondito gli elementi motivazionali che spingono verso la transizione, coinvolgendo attivamente rappresentanti del Terzo Settore. Quali sono le barriere psicologiche e sociali che frenano l'adozione di comportamenti responsabili e di individuare strategie per superarle?
Il terzo step ha fatto luce sulle “resistenze" dei cittadini nell'abbracciare comportamenti responsabili, in virtù delle discrepanze tra intenzioni dichiarate e azioni effettive.
La quarta fase ha previsto la costruzione di un quadro di sintesi sugli indicatori individuati durante il percorso, per fornire uno strumento utile all'elaborazione di politiche volte a promuovere il processo di transizione verso un'economia più equa, inclusiva e rispettosa dell'ambiente.
Tra gli strumenti di indagine il questionario “Indicatori per un nuovo paradigma economico sostenibile", aperto alla compilazione pubblica tra marzo e maggio 2024.
Il Comitato Scientifico di Progetto
La ricerca ha visto il supporto di un apposito Comitato Scientifico di Progetto composto da:
- Leonardo Becchetti, NeXt Economia e presidente CS
- Enrico Giovannini, ASviS
- Maria Luisa Parmigiani, Unipolis e Sustainability Makers
- Matteo Pedrini, Università Cattolica
- Paolo Ricci, Università Federico II Napoli
- Linda Laura Sabbadini, Istat
- Francesco Salustri, Università di Roma Tre
- Tiziana Toto, Cittadinanzattiva
- Mauro Vergari, Adiconsum