Pubblicato il 9° Rapporto dell'Alleanza sullo stato dell'Italia, con uno sguardo all'Europa e al mondo, rispetto al raggiungimento dell'Agenda 2030
L'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha presentato il17 ottobre a Roma, il Rapporto 2024, frutto del lavoro di migliaia di esperte ed esperti provenienti da più di 320 aderenti dell'Alleanza, evidenziando le sfide critiche che l'Italia deve affrontare per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) entro il 2030.
“L'alternativa a un mondo sostenibile è un mondo insostenibile. Come l'attuale": questo l'avvertimento lanciato da Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'Alleanza, a sei anni dalla scadenza dell'Agenda 2030.
Come siamo messi in Italia?
Secondo il Rapporto ASviS, il nostro Paese è in “drammatico ritardo" su tutti gli Obiettivi dell'Agenda 2030. Tra il 2010 e il 2023 si riscontrano peggioramenti per cinque Goal: povertà, disuguaglianze, qualità degli ecosistemi terrestri, governance e partnership. Miglioramenti molto contenuti per sei Obiettivi: cibo, energia pulita, lavoro e crescita economica, città sostenibili, lotta al cambiamento climatico e qualità degli ecosistemi marini. Miglioramenti più consistenti per cinque Goal: salute, educazione, uguaglianza di genere, acqua e sistemi igienico-sanitari e innovazione, mentre l'unico miglioramento molto consistente interessa l'economia circolare.
Secondo l'analisi condotta in collaborazione con Prometeia, dei 37 target da raggiungere entro il 2030 solo otto sono raggiungibili (il 21,6%), 22 non potranno essere raggiunti (il 59,5%) e per sette il risultato è incerto (il 18,9%).
Cosa succede in Europa
Il Rapporto dedica un capitolo all'analisi delle politiche Ue e all'andamento degli indicatori europei per l'Agenda 2030, di rilevanza in particolare dopo la rielezione di Ursula von der Leyen, che nei suoi orientamenti politici ha ribadito l'impegno complessivo dell'Unione europea per l'attuazione degli SDGs.
Dal 2010 a oggi sono stati registrati progressi per gran parte degli Obiettivi, anche se insufficienti per sperare di conseguire i Target entro la fine di questa decade. Sulla base dei dati pubblicati da Eurostat, rispetto ai valori del 2010, nel 2022 si registra una crescita molto consistente solo nel caso dell'uguaglianza di genere, aumenti significativi per energia pulita, lavoro e crescita economica, e innovazione, dinamiche moderatamente positive per dieci Goal, e peggioramenti per la qualità degli ecosistemi terrestri e la partnership. I risultati dell'Italia sono complessivamente sotto la media degli Stati membri. Tra quelli che vanno molto male istruzione, lavoro, povertà e riduzione delle disuguaglianze. Mentre va molto bene l'economia circolare, fiore all'occhiello del nostro Paese.
Quattro game changer per l'Italia
Nel Rapporto di quest'anno vengono illustrati quattro possibili fattori di cambiamento, per perseguire gli obiettivi dell'Agenda 2030, di cui tre positivi e uno negativo. Partendo da quest'ultimo l'autonomia differenziata, presenta numerosi rischi in termini di crescenti diseguaglianze nei territori. Si vedono opportunità invece derivanti dalle nuove normative europee per le imprese sulla rendicontazione di sostenibilità e il dovere di diligenza sui temi sociali e ambientali; recepimento della direttiva europea sul ripristino della natura; la riforma della Costituzione e la recente sentenza costituzionale, che ha introdotto tra i compiti della Repubblica quella della tutela dell'ambiente ha aperto scenari innovativi nelle scelte pubbliche e private, in quanto le esigenze economiche devono essere rese compatibili con quelle ambientali attraverso, per esempio, la riconversione degli impianti di produzione entro tre anni.
Le proposte dell'ASviS
Il Rapporto avanza come ogni anno proposte per invertire la rotta del Paese. In particolare, per ciò che riguarda gli interventi “di sistema", l'Italia deve attuare con urgenza la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile approvata dal Governo nel settembre 2023 e poi dimenticata. Inoltre, occorre:
- definire il Piano d'accelerazione nazionale per il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, assegnarne la responsabilità alla Presidenza del Consiglio, e integrarlo nei documenti di programmazione economica;
- rendere operativo il Programma d'azione nazionale per la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile;
- approvare la Legge sul Clima e attuare il Regolamento sul ripristino della natura, in linea con la riforma della Costituzione del 2022;
- rafforzare le politiche per lo sviluppo sostenibile in una prospettiva territoriale e contrastare i rischi di aumento delle diseguaglianze territoriali derivanti dall'autonomia differenziata;
- attuare la “Dichiarazione sulle Future generazioni" e rafforzare la partecipazione giovanile alla vita democratica del Paese.
Seguire queste proposte aiuterebbe a “colmare il gap tra impegni e realtà", come scrivono i presidenti ASviS Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini nella loro introduzione al Rapporto. Ma il tempo che resta non è molto. Come sottolinea anche il titolo del Rapporto, dobbiamo “Coltivare ora il nostro futuro", attuando con urgenza azioni concrete e trasformative e prendendo sul serio gli impegni che sottoscriviamo a livello internazionale ed europeo per orientarci verso uno sviluppo pienamente sostenibile, perché “È l'unica strada possibile per costruire un futuro di speranza".