Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano è stato inviato alla Commissione Europea. Nel documento “Cosa pensiamo del piano inviato all'UE e “Che fare ora"?" il Forum Disuguaglianze Diversità esplicita le tre cose che ritiene opportuno fare adesso: apprezzare alcuni progressi compiuti; segnalare i limiti (molti già presenti in gennaio), con l'augurio che possano essere superati nel confronto con la Commissione Europea grazie all'attenzione a queste come ad altre osservazioni fatte in Italia dalle organizzazioni sociali e del lavoro; e individuare, a Piano dato, gli spazi che società attiva e ricerca hanno per ricavarne il massimo in termini di sviluppo giusto e sostenibile, di giustizia sociale e ambientale, spazi che orienteranno il “che fare" del ForumDD dei prossimi mesi.
Poiché una grande parte degli interventi verrà attuata da amministrazioni locali (soprattutto Comuni) e da articolazioni territoriali di istituzioni pubbliche nazionali (università, porti, scuole), esistono le condizioni perché il processo di attuazione sia sorretto, sollecitato e indirizzato dalle organizzazioni territoriali della cittadinanza, del lavoro e dell'impresa, in uno stretto collegamento con i soggetti attuatori. E per gli interventi aggregati nazionali e per le innumerevoli riforme, sarà possibile incalzare i governi che si succederanno, prima che sia Bruxelles a scoprire che gli impegni non sono rispettati. Perché ciò avvenga serve un monitoraggio accessibile e di alta qualità. Serve conoscere tempestivamente obiettivi, tempi, responsabili, stati di avanzamento di ogni riforma e di ogni dato progetto in ogni dato luogo, con un formato aperto che sia fruibile almeno quanto OpenCoesione. E serve avere informazioni pubbliche su ogni stadio del processo attuativo attivato da ogni misura del Piano: per sollecitare, per smontare burocratismi e collusioni anti-concorrenziali, per portare nelle scelte i saperi diffusi, evitare il finanziamento di progetti inutili o dannosi.
Questo è l'obiettivo primario da perseguire ora secondo il Forum. Il Piano correttamente prevede “un apposito sistema informatico sviluppato dal MEF – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato come previsto dall'articolo 1, comma 1043, della legge 30 dicembre 2020, n. 178.", denominato ReGiS. Questo sistema dovrà consentire la verifica dei “Target e Milestone", i risultati attesi degli indicatori e le scadenze di attuazione al cui conseguimento sono subordinati i rimborsi. Ma dovrà consentire anche di conoscere tempestivamente gli stadi del processo attuativo che conducono dalle indicazioni del Piano agli interventi concreti. A queste informazioni, scrive il Piano, “hanno accesso gli utenti delle Istituzioni nazionali coinvolte, nonché la Commissione Europea, l'OLAF, la Corte dei conti". A queste stesse informazioni devono avere accesso tutte le cittadine e i cittadini. Un monitoraggio aperto e di qualità non richiede finanziamenti aggiuntivi o atti normativi, ed è decisivo per l'attuazione.
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